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Startup Italia | Lo smart working di SMACE chiude un round da 350mila euro

SMACE (Smart work in a smart place), startup che si propone di rivoluzionare il concetto di smart working, annuncia di avere chiuso un round di investimento da 350mila euro. Il round è guidato da business angel e vede l’ingresso di figure come Alessandro Gatti, presidente FG Invest, Gabetti Short Rent e il rinnovo della fiducia nel progetto di Digital Magics.

Con un fatturato che ha già superato i 150 mila euro nei primi mesi di vita, fanno sapere dalla realtà, per Smace arriva un’ulteriore conferma di interesse da parte di un mercato ad alto potenziale: il tema dello smart working coinvolge oltre 5 milioni di lavoratori, secondo il più recente report di Assolombarda.

I servizi di SMACE

Il servizio Smart working as a service per aziende e liberi professionisti mette a disposizione una rete di strutture smart working friendly, a oggi più di 150, su tutto il territorio nazionale.

Molte grandi aziende e startup – si legge nella nota – hanno scelto SMACE per i propri eventi e retreat, in maniera semplice grazie a una piattaforma tecnologica proprietaria e una visione efficace e ambiziosa: trasformare l’Italia nell’ufficio diffuso più bello del mondo, destagionalizzando il turismo e aprendolo a smart worker e nomadi digitali di ogni Paese.

Partner del progetto Borghi Più Belli di Italia

La startup ha appena lanciato SMACE Pro, l’abbonamento rivolto unicamente ad aziende e liberi professionisti attraverso cui usufruire di un unico network di spazi di lavoro verificati in tutta Italia. Sarà quindi possibile accedere a una piattaforma dedicata e godere dell’offerta dei partner della startup. Oltre ai più di 70 luoghi in cui fare smart working e le oltre 150 strutture, sarà possibile prenotare servizi aggiuntivi come babysitting, attività di formazione e fitness.

SMACE è anche partner del progetto Borghi Più Belli di Italia, l’associazione che promuove i piccoli centri abitati, con cui ha creato un catalogo di offerte e di servizi per il long-stay o per i retreat aziendali.

La startup punta a coinvolgere oltre 50 aziende entro la fine dell’anno, ad aumentare il team, già triplicato negli ultimi 12 mesi, e chiudere il 2022 con 350mila euro di fatturato.

“Siamo entusiasti di aver concluso questo round con investitori che hanno portato valore aggiunto al nostro progetto”, fanno sapere in una nota Marta Romero e Andrea Droghetti, co-founder di SMACE. “In questo nuovo scenario di flessibilità e innovazione è importante avere al proprio fianco un network di advisor competenti e pronti a cogliere le potenzialità del nuovo mondo del lavoro”.

“Il lavoro agile rivoluziona il lavoro e libera la vita. SMACE non solo crea servizi utili per chi vuole fare lavoro agile, ma lo vive, lo sperimenta, lo innova, spingendolo oltre i confini di come lo conosciamo oggi. Felice di far parte del loro viaggio”, ha concluso Chiara Bisconti, ex-assessora del Comune di Milano, consulente per le risorse umane e investitrice della startup.

Articolo di Startup Italia. Link all’articolo.

Lavorare in smart working dai borghi più belli d’Italia

Luoghi incantevoli da riscoprire e ripopolare

Ciao Smacers!

L’Italia è una nazione dalle mille potenzialità. Ha un ventaglio culturale e ambientale da invidiare. Le grandi città e le zone limitrofe sono ricche di opportunità e soluzioni dove lavorare, ma avete mai pensato ai borghi?

Se dal lato lavorativo il trend del 2022 è lo smart working, da quello territoriale è invece la rivitalizzazione dei borghi.

er rendere l’idea della virtualità del nostro territorio, solamente nel network de I Borghi più belli d’Italia se ne contano 328.

SMACE crede nel loro potenziale. Non li vediamo sole come luoghi preziosi da ripopolare con il coinvolgimento della comunità locale ma anche come nuove sedi di lavoro diffuse. Inoltre, sono perfetti per esperienze autentiche, eventi e networking tra professionisti. Abbiamo a cuore la rivitalizzazione del territorio, nasciamo con questo obiettivo. Non possiamo non credere che anche i borghi possano essere l’ambiente perfetto dove collegarsi con il proprio pc.

I benefici dello smart working, come vi abbiamo raccontato qui, sono molteplici. Ricordiamone solo alcuni: miglioramento della produttività de* collaborator*, della work-life balance ed un aumento della motivazione e della soddisfazione personale. Molti però, intendono lo smart working come remote working e per questo vengono individuati facilmente anche dei riscontri negativi, come l’over working e il techno stress. Inoltre, sempre andando ad osservare gli aspetti sfavorevoli, alcuni si lamentano della mancanza di compagnia e di giornate trascorse in maniera più noiosa.

Lavorare in smart working, invece, dà la possibilità di connettersi dalle destinazioni che si preferiscono: non per forza da casa ma da località limitrofe, ben collegate alle grandi città e che offrono delle esperienze piacevoli per spezzare la routine. In quest’ottica ovviamente i borghi sono un’ottima soluzione.

L’idea di utilizzare lo smart working per riscoprire e rivitalizzare i centri meno popolosi può essere uno strumento con importanti benefici. Quando un* smart worker si sposta, spesso lo fa accompagnat* dalla propria famiglia; viene quindi da pensare a nuovi lavori, scuole, attività pomeridiane ecc. Tutto ciò dà la grande opportunità a comuni di innovare e lavorare sui propri servizi. Esiste quindi la reale possibilità di (ri)distribuire l’economia del nostro territorio.

Ultimo ma non per importanza, un aspetto che vale la pena mettere in luce, è che gli smart worker, spostandosi nelle aree interne portano con sé know-how alla comunità in termini di competenze professionali e networking.

Noi crediamo tantissimo nello smart working nei borghi e qui puoi approfondire l’argomento. Tu, invece, cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!

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