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Autore: admin_slabs

Il Sole 24 Ore | Dal catamarano-ufficio al resort in quota, SMACE reinventa il lavoro agile

La soluzione più ardita è un catamarano-ufficio per lavorare in mare con postazioni ergonomiche, segnale wi-fi perfetto e quattro cabine a disposizione di 8 professionisti, più lo staff a bordo, che questa estate porterà gli smartworkers al lavoro tra la costiera amalfitana e le isole pontine. Ma la startup ferrarese SMACE ha altre 200 strutture selezionate già in catalogo, dalla villa in campagna al resort in quota, ed è alla ricerca costante di nuove proposte che la aiutino a ridisegnare il futuro del lavoro, non più confinato in un luogo fisico fisso ma diffuso, flessibile e ibrido in location finora riservate ai nomadi digitali o ai vacanzieri. Il progetto è racchiuso nel nome stesso di questa newco incubata in pieno Covid da due amici, Andrea Droghetti e Marta Romero: SMACE è la cucitura delle prime e delle ultime lettere della frase “smart working in smart place”.

«Era l’estate del 2020 e come altri professionisti io e Andrea – racconta la cofondatrice Marta Romero – abbiamo iniziato a lavorare da remoto in luoghi bellissimi sfruttando il periodo di lock down aziendale a Milano. Io dipendente di un big della consulenza e lui un project manager. L’idea di SMACE è nata in Liguria, da una riflessione comune sui benefici che avevamo noi per primi per il fatto di lavorare con un laptop e il telefono in posti che nulla hanno a che fare con il classico ufficio. Eravamo persone più felici, potevamo utilizzare meglio il nostro tempo libero, andare al mare finito il lavoro, fare più sport, mangiare più sano, visitare posti nuovi. Con benefici sia per le aziende, che sono più produttive avendo lavoratori entusiasti, sia per i territori, perché si porta indotto fuori dai centri del business, in località e a strutture ricettive che riescono a destagionalizzare gli arrivi».

La partenza vera e propria di SMACE è avvenuta nell’estate 2021, dopo un anno di incubazione tra pitch con investitori e clienti e la costituzione formale della Srl, che oggi conta dieci dipendenti full time con il target di 13 a regime e punta al milione di euro di fatturato quest’anno, dopo i 360mila euro del 2022. «Tra febbraio e luglio 2021 abbiamo lasciato entrambi il nostro posto di lavoro sicuro per dedicarci a tempo pieno alla newco e cominciamo ora a raccogliere i risultati dei nostri investimenti – continua la fondatrice di SMACE, che ha vinto il bando Smart Money di Invitalia ed è stata selezionata da ITA-Italian Trade Agency per la terza edizione del Global Startup Program –. Non lavoriamo con singoli clienti, solo con aziende, ma siamo partiti pensando a un utilizzo individuale, offrendo proposte a misura di singolo collaboratore in smart working, e invece abbiamo scoperto che il servizio che piace di più alle imprese è il “work retreat” per i team aziendali».

SMACE sta quindi calibrando il portafoglio di workstation in luoghi ameni con dimensioni e requisiti superiori per ospitare gruppi aziendali da 6 persone in su, che vanno in “ritiro lavorativo” insieme, recuperando così relazioni sociali, spirito di squadra e cultura aziendale, tutti aspetti che rischiano di sfilacciarsi in era di “home working”. «È un benefit che le aziende possono giocarsi per attrarre talenti, concedendo ai propri collaboratori sia di lavorare da casa sia periodi di “ufficio” in presenza con i colleghi, ma in luoghi belli. L’azienda compila un form online specificando le esigenze e noi organizziamo tutto, non solo l’affitto dello spazio-ufficio. Siamo il system integrator unico di servizi come transfer, pasti, attività di team building e di intrattenimento. Con una logica diversa dall’industria del turismo per grandi gruppi aziendali (il cosiddetto Mice-Meetings, incentives, conferences and exhibitions, ndr), perché non proponiamo un diversivo rispetto all’attività lavorativa, bensì abilitiamo esperienze di lavoro in luoghi con i giusti requisiti».

Tra i clienti Smace ha già all’attivo multinazionali come Amazon, Alibaba, EY, una cinquantina di Pmi e più ha già portato più di 2.500 lavoratori da tutta Europa in “smart places” italiani. «Il prossimo passo sarà allargare la nostra offerta di strutture e servizi al di fuori dei confini, nel Sud del Mediterraneo, per portare team italiani all’estero e poi sbarcare negli Usa», conclude Romero.

Articolo di Ilaria Vesentini per Il Sole 24 Ore. Link all’articolo.

Il Giornale | Lo smart working non si ferma e prende il largo

Circa 400mila euro di servizi venduti e 50 aziende clienti che nell’arco del 2022 hanno organizzato più di 4.000 giornate lavorative. Smace, acronimo di Smart Work in a Smart Place, propone un modello di lavoro agile in grado di rispondere alle esigenze di chi svolge la propria professione in modalità ibrida o completamente esterna rispetto alla sede lavorativa. La missione della startup fondata dai consulenti Andrea Droghetti e Marta Romero ha strutturato il proprio core business sulla gestione dello smart working, specialmente in Italia ed Europa. Oggi conta 12 dipendenti i quali lavorano in modalità full smart working.

Il lavoro agile fa bene all’ambiente perché riduce le emissioni di CO2

Il 52% delle grandi imprese, il 30% delle PMI e il 25% delle PA hanno già provveduto a rivedere i propri spazi lavorativi in ottica della modalità lavoro agile. I dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano raccontano come gli ambienti dovranno essere funzionali rispetto al fenomeno legato alla diffusione dell’Hybrid Working. Un trend crescente si registra anche nei vicini paesi europei, che ha visto salire il valore in Paesi come Irlanda, Francia, Lussemburgo e Belgio. L’applicazione di questa modalità consente di ottenere benefici anche a livello ambientale riducendo le emissioni di CO2 del 40% all’anno per ogni persona. Ad attestare la crescita sono anche i riconoscimenti come l’essere risultati vincitori del bando Smart Money di Invitalia, o l’aver ricevuto il premio Innovate for Smarter Work, risultando tra le attività più innovative nel Future of Work. Non ultimo, l’essere stati selezionati nella call 3W Woman, Welfare and Worklife Balance con Acea. Smace, con più di 430mila euro di servizi venduti dalla sua fondazione, di cui 360mila euro solo nel 2022, ha già collaborato con 50 aziende clienti, tra cui Bending Spoons, Cluster Reply ed EY.

Parola d’ordine: flessibilità

È necessario porre un occhio di riguardo nei confronti delle esigenze dei lavoratori che chiedono più equilibrio tra lavoro e vita privata. Le lunghe ore nel traffico o la timbratura del cartellino non saranno più contemplate e quindi le organizzazioni che puntano all’eccellenza dovranno adattarsi alle esigenze delle persone per rimanere competitive e soprattutto attrattive. Questa nuova concezione è un elemento che potrebbe evolversi nel futuro, infatti verranno adottati nuovi modelli di organizzazione del lavoro, incrementando l’impegno ed introducendo l’uso di nuove tecnologie nei processi lavorativi. Smace propone una piattaforma in grado di aggregare e far emergere le diverse possibilità, il loro mantra è quello di promuovere una visione dell’ufficio diffusaflessibile e smart. Oggi più di 150 strutture gestite da Smace sono collocate in modo da coprire tutto il territorio nazionale.

La produttività è garantita anche in alto mare

L’azienda si occupa anche di definire, tramite azioni di ricerca e sviluppo, alcuni parametri chiamati Smace Workability Index i quali assegnano un punteggio tenendo conto di fattori solitamente non considerati dai tradizionali siti e indicatori. Lo spazio lavorativo non sarà più delimitato necessariamente da un luogo fisico, ma verrà “ridisegnato”. A questo proposito viene rimarcata ancora di più la convinzione che la produttività sia legata al raggiungimento degli obiettivi e non al tempo trascorso nel luogo di lavoro. Da qui nasce l’intuizione di Smace e del suo originale servizio Smace Yatching dove è possibile praticare il lavoro agile a bordo di un catamarano perfettamente equipaggiato. Il servizio comprende una workstation e connessione web sicura.

Articolo di Valentina Menassi per Il Giornale. Link all’articolo.

Wired | Le startup italiane cercano fortuna a Parigi

Parigi – Le startup italiane arrivano nella capitale francese. A portarle oltralpe è Smau 2023, la fiera milanese dell’innovazione. Il luogo è Station F, principale incubatore di Parigi e tra i più grandi al mondo. Storie di innovazione che cercano capitali e le entrature internazionali per “scalare” il mercato. Come quella della milanese Dico Technologies, che ha sviluppato un sistema che consente ai pazienti in terapia intensiva di comunicare con il personale sanitario tramite un sensore collegato a una mano. Il problema, racconta a Wired il cofondatore e amministratore delegato Aldo Padova, è emerso durante il biennio pandemico, quando le unità di terapia intensiva si sono riempite oltremisura.

Storie di startup

I malati intubati sperimentano grandi difficoltà di comunicazione – afferma Padova -. Sono coscienti, vigili, ma non hanno la possibilità di esprimersi”. La soluzione? “Poniamo un sensore di movimento sulla mano del paziente e lo colleghiamo a un tablet: piccoli spostamenti dell’arto muovono un puntatore e lo posizionano su una serie di icone che rappresentano i bisogni più comuni: rifare il letto, essere girati, richiedere assistenza”, spiega il fondatore. Per necessità più complesse, a video appare una tastiera tramite cui è possibile scrivere un messaggio. Il centro di controllo è ubicato nell’infermeria, dove il personale può monitorare quanto accade in sala tramite una dashboard. Il sistema, pensato dal cofondatore Giacomo Bellani, docente di Anestesia e area critica e profondo conoscitore dei reparti, è già stato sperimentato con successo all’ospedale di Magenta. L’azienda è stata fondata nel 2021 e al momento, afferma Padova, ha ricevuto investimenti da una compagine di “family, fools and friends, un classico delle startup.

Farm4trade, invece, è nata in Abruzzo per applicare una robusta dose di tecnologia nel settore degli allevamenti, dalla crescita fino alla macellazione. L’azienda ha sviluppato una piattaforma proprietaria legata a un sistema di riconoscimento biometrico dei bovini, che può contribuire alla creazione di un’anagrafe regionale e nazionale degli animali.

Usiamo telecamere collegate che sono in grado di analizzare le carcasse e gli organi – spiega il fondatore Andrea Capobianco Dondona – valutando la presenza o assenza di lesioni, quantificandole e rendendo i dati disponibili. In questa maniera valutiamo la presenza di patologie legate alla salubrità dell’allevamento, con l’obiettivo di migliorare le pratiche aziendali”. Lesioni che comprendono, per esempio, il morsicamento della coda, frequente quando gli animali vengono costretti in spazi troppo piccoli. O problematiche legate al trasporto, che deve avvenire entro precisi standard, assicurando che i capi non sbattano contro le pareti dei mezzi. Tante le inferenze possibili: “Anche il miglioramento improvviso delle condizioni può essere legato a una gestione non corretta del bestiame, perché potenzialmente indicativo di un ricorso massiccio ad antibiotici” prosegue l’imprenditore. Un sistema di lettura dei tatuaggi apposti sui capi consente di riconoscerne la provenienza, e può essere impiegato dalle aziende legate a particolari territori, come quelle che producono prosciutto.

Tra le idee interessanti viste tra gli stand, la laziale Beaware, che semplifica le procedure burocratiche necessarie allo smaltimento dei rifiuti industriali “contribuendo ad automatizzare la gestione della complessa documentazione richiesta dalla legge” spiega Giorgia Leonardi, ingegnere e fondatrice. Dal 2024, aggiunge, la digitalizzazione sarà obbligatoria. La ferrarese Smace seleziona spazi di lavoro condiviso da proporre al bisogno ad aziende alle prese con lo smart workingNgv Powertrain progetta motori innovativi basati su idrogeno e biocarburanti modificando i noti propulsori diesel, e lo fa a Reggio, nella motor valley dell’Emilia Romagna.

Un ponte sopra le Alpi

La verità? Alla fine italiani e francesi si piacciono”, chiosa Valentina Sorgato, amministratrice delegata di Smau, diventata la figura chiave del percorso che ha portato una fiera nata sessant’anni fa, al tempo delle macchine da scrivere, nell’epoca della digitalizzazione. Il percorso di internazionalizzazione avviato nel 2015 comprende tour a Berlino, Londra, Parigi e, da quest’anno, San Francisco. Col tempo, alle delegazioni degli imprenditori si sono aggiunte le grandi aziende. A Parigi c’erano A2A, Snam, Eni, Ferrovie Nord, Intesa, assieme alle delegazioni di regioni come Lazio, Emilia-Romagna, Abruzzo, Campania. “La svolta si è avuta dopo il Covid, quando ci si è resi conto che la soluzione a problemi urgenti poteva arrivare proprio dalle startup”. Ma le grandi realtà, spiega, “partecipano anche perché hanno interesse a confrontarsi con controparti internazionali come l’Oréal, Total, Orange, creando relazioni che poi verranno consolidate nel corso dell’appuntamento milanese di ottobre”.

Perché Parigi? “L’ecosistema della capitale francese, con una rete di oltre 400 tra incubatori, innovation labs e spazi di coworking, è da tempo un punto di riferimento per le startup internazionali, organizzato in numerosi cluster che vanno dalla cosmetica, all’high-tech, dalla medicina all’aerospazio, dalla trasformazione digitale alle smart cities – afferma Luigi Ferrelli, direttore della sede parigina dell’Italian trade agency (Ice), agenzia governativa per la promozione dell’industria nazionale -. In questo contesto, Ice Parigi ha attivato uno specifico desk dedicato all’innovazione, per favorire l’internazionalizzazione delle startup italiane, aumentandone la visibilità e l’attrattività presso operatori francesi, oltre a fornire supporto ad iniziative importanti come Smau Italia RestartsUp.”

La politica ha provato a spianare la strada. “La cooperazione tecnologica tra Italia e Francia – spiega l’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro – è stata sugellata dal Trattato del Quirinale, siglato a novembre 2021 ed entrato in vigore pochi mesi fa. C’è una sezione dedicata specificamente alla collaborazione in politica industriale, che si concentrerà su intelligenza artificiale5G6G, tecnologie quantistiche, industria culturale e creativa” afferma D’Alessandro.

Le affinità tra i due paesi non mancano. “Il mercato, per esempio, si è dimostrato più simile di quanto ci aspettassimo – riprende Sorgato -. Ma anche i modelli organizzativi, la scala delle aziende, sono paragonabili: per fare un esempio, in Germania le società sono mediamente molto più grandi”. Marwan Elfitess, a capo dell’innovazione di Station F, è ottimista sulle prospettive dell’Italia: “Regno Unito e Germania stanno facendo bene nell’ambito dell’innovazione, ma voi italiani state arrivando – dice a Wired -. Pensiamo al fintech e ai due unicorni dello scorso anno, Satispay e ScalaPay. L’Italia ha lo stesso potenziale della Francia: se riesce a mettere in piedi l’ecosistema giusto e a rendere disponibili i capitali, crescerà in maniera esponenziale”.

Le differenze

Sono 21mila le startup in Francia con 650mila impiegati, 577 investitori venture capital e circa 5.500 investitori corporate. Dal punto di vista delle città, Parigi rappresenta il più grande ecosistema del paese con un valore economico pari a 89 millardi di dollari; seguono Lille (7 miliardi), Lione  (5,5) e Marsiglia (2,7). Proprio queste cifre segnano la differenza con l’Italia. “In Francia è tutto molto centralizzato. L’85% circa del fundraising è concentrato nella zona della capitale – riprende Elfitess -. In Italia c’è più diversità: non c’è solo Milano, ma anche Torino e altre realtà”. Sorgato conferma: “Da noi non si registra questo tipo di concentrazione. Se il lato positivo che ne deriva è che molti territori possono ritagliarsi un ruolo e una specializzazione propri, il rovescio della medaglia è che quando si esce dai confini si tende a presentarsi in maniera autonoma. Ed è un errore: non si può andare alle grandi fiere internazionali con microstan”. Si rischia di non essere visti. Per competere, afferma la manager, “serve più potenza di fuoco”. E qualche accorgimento di marketing. “Niente campanilismi: oltreconfine conoscono più che altro il brand Italia. Presentarsi a nome di una singola regione non paga”.

Riguardo alle tendenze per il futuro, la chiosa è di Elfitess, seduto su un osservatorio ben posizionato come quello di Station F: “Il 36% delle nuove startup che abbiamo accolto nell’acceleratore operano nel greentech, e sono convinto che vedremo presto degli unicorni nel campo. Poi c’è il quantum computing: l’Europa ha perso il treno anni fa, ma oggi tutti sono consapevoli che dobbiamo essere forti in quel settore”. Macron si è già mosso, come vi avevamo raccontato a giugno: in Francia c’è Pasqal (oltre cento milioni di funding), ma è nata anche Quandela, ormai scaleup, specializzata nella fotonica quantistica e cofondata dal brianzolo Niccolò Somaschi.

Articolo di Wired. Link all’articolo.

Il Messaggero | Hybrid Working scelto dal 52% delle grandi imprese, 30% delle PMI e 25% della PA

Hybrid Working: secondo gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, le realtà italiane stanno iniziando gradualmente a ripensare i propri spazi di lavoro. Smace acronimo di Smart Work in a Smart Place, con la sua piattaforma promuove una visione diversa dell’ufficio: diffusa, flessibile e smart.

Quello dell’Hybrid Working, come riportano i dati del Politecnico, è un trend crescente anche nei vicini paesi europei come Irlanda, Francia, Lussemburgo e Belgio. Basti pensare che la sua applicazione permette di ottenere benefici anche a livello ambientale riducendo le emissioni di CO2 del 40% annuo per ogni persona.

Gli uffici italiani sono strutture obsolete e tra questi vi è una diffusa inerzia al cambiamento nonostante stiamo assistendo a una ridefinizione degli spazi. Soprattutto le start-up offrono soluzioni sperimentali per ottimizzare la fruizione degli ambienti e si avvalgono di tecnologie innovative, quali i dati analytics, Artificial Intelligence, e realtà aumentata. Gli analytics permettono di raccogliere e analizzare i dati al fine di ottimizzare i processi lavorativi; l’intelligenza artificiale consente di automatizzare alcuni processi (come la definizione automatica dello scheduling delle riunioni sulla base delle disponibilità dei partecipanti, oppure le traduzioni in tempo reale degli interventi); infine, la realtà aumentata supporta e semplifica la visualizzazione di informazioni e dati durante eventi e corsi di formazione. Rispetto ai luoghi invece, città come Milano, ma anche Roma, in particolare nella zona EUR, stanno vedendo la nascita di una nuova generazione di parchi direzionali tecnologici, luoghi che offrono spazi esterni, hub verticali trasparenti con ambienti accoglienti e funzionali, all’avanguardia. L’ambiente produttivo di queste officine creative e dinamiche si alterna a spazi verdi e ricreativi, con caffetterie e playroom, e tutti sono realizzati seguendo driver di benessere ed ecosostenibilità. Nonostante le cose si stiano muovendo, per quanto riguarda l’abitabilità dei luoghi di lavoro, i lavoratori non si dichiarano ancora pienamente soddisfatti degli aspetti legati al comfort e al benessere delle sedi. A livello tecnologico, spinta indubbiamente accelerata dalla pandemia, si assiste invece a una sempre maggior diffusione di tecnologie dedicate allo Smart Office, secondo quanto evidenziato dall’Osservatorio del Politecnico.

Per rispondere a questa esigenza, SMACE acronimo di Smart Work in a Smart Place incoraggia una filosofia che aumenti il benessere delle persone e che permetta di lavorare in luoghi bellissimi e dotati di ogni asset, e che a sua volta migliori la produttività delle aziende stesse. Una rete di strutture, ad oggi più di 150, dislocate su tutto il territorio nazionale, selezionate per offrire una diversa esperienza lavorativa. Decine i parametri considerati, anche attraverso Smace Workability Index, che assegna un punteggio tenendo conto di fattori solitamente non considerati dai tradizionali siti e indicatori.

La startup è fondata da Andrea Droghetti e Marta Romero, due giovani consulenti che hanno sperimentato durante il lockdown i vantaggi dello smart working in luoghi di interesse, e non si limita a trovare per i lavoratori solo location confortevoli e tranquille, dotate della giusta connessione, ma mira a offrire una concreta prospettiva sul futuro del lavoro.

SMACE conta attualmente 900mila euro di fatturatola futura apertura di un headquarter in America con più di 430mila euro di servizi venduti dalla sua fondazione – 360mila euro solo nel 2022 – e ha già collaborato con 50 aziende clienti, tra cui Bending Spoons, Cluster Reply ed EY. Il team, già triplicato dai suoi inizi, conta ora 12 persone che lavorano tutte in modalità full remote ma che possono usufruire di diversi momenti di incontro tra i vari team, e nessun limite di ferie annuale.

Ad attestare la crescita sono anche i riconoscimenti come l’essere risultati vincitori del bando Smart Money di Invitalia, o l’aver ricevuto il premio Innovate for Smarter Work, risultando tra le attività più innovative nel Future of Work. Non ultimo, l’essere stati selezionati nella call 3W Woman, Welfare and Worklife Balance con Acea.

Articolo di Il Messaggero. Link all’articolo.

Huffpost | Smau porta le startup dell’innovazione italiana sotto la Tour Eiffel

Dalla sonda che previene la siccità del suolo al sistema di simulazione di cyber attacco a base di algoritmi di intelligenza artificiale, dal packaging di bioplastica solubile fatta con scarti di pesce alla piattaforma che connette le aziende con una rete di oltre 150 strutture per smart working: ecco le 35 startup selezionate da Smau e ITA che passeranno per Station F.

Parigi è il 15esimo distretto dell’innovazione a livello mondiale. Dal 22 al 24 marzo Smau, aggregatore internazionale di opportunità per l’ecosistema dell’innovazione, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, farà tappa qui insieme a 35 startup passando per StationF, il più grande campus per startup nel mondo che, nel 2022, ha raccolto 1 miliardo di euro in circa 150 round e celebrato la nascita del suo primo unicorno: Hugging Face.

Nuovi modelli di Open Innovation favoriranno l’incontro tra le startup e le imprese dell’ecosistema italiano con i maggiori player del mercato internazionale – grandi aziende, incubatori, acceleratori e investitori – con l’obiettivo di valorizzare le migliori idee innovative capaci di rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo, idee inerenti intelligenza artificiale, efficientamento energetico, digital health, blockchain, mobilità elettrica, realtà aumentata, cybersecurity, economia circolare, supply chain collaboration e non solo.

Parigi è il 15esimo distretto dell’innovazione a livello mondiale. Dal 22 al 24 marzo Smau, aggregatore internazionale di opportunità per l’ecosistema dell’innovazione, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, farà tappa qui insieme a 35 startup passando per StationF, il più grande campus per startup nel mondo che, nel 2022, ha raccolto 1 miliardo di euro in circa 150 round e celebrato la nascita del suo primo unicorno: Hugging Face.

Nuovi modelli di Open Innovation favoriranno l’incontro tra le startup e le imprese dell’ecosistema italiano con i maggiori player del mercato internazionale – grandi aziende, incubatori, acceleratori e investitori – con l’obiettivo di valorizzare le migliori idee innovative capaci di rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo, idee inerenti intelligenza artificiale, efficientamento energetico, digital health, blockchain, mobilità elettrica, realtà aumentata, cybersecurity, economia circolare, supply chain collaboration e non solo.

Tra gli stand si potranno incontrare, tra le altre, la padovana Finapp, idetrice di una sonda che sfrutta la tecnologia CRNS per il rilevamento dei neutroni cosmici per misurare l’umidità del suolo con l’obiettivo di ridurre lo spreco di acqua in agricoltura; la sassarese Relicta che prende il nome dalla sua bioplastica naturale fatta di scarti di pesce che si scioglie in acqua e che può essere utilizzata per avvolgere oggetti di elettronica e cosmetici, ma anche alimenti; la ferrarese SMACE che, con la sua piattaforma, mette a disposizione delle aziende una rete di oltre 150 strutture smart working su tutto il territorio nazionale; l’udinese Alfred24 che, con la sua rete di oltre 6.500 punti partner affiliati e smart locker, gestisce ordini, spedizioni e resi per e-commerce; la romana BEAWaR e  che aiuta le amministrazioni comunali ad abbattere gli elevati costi della raccolta rifiuti con un software che gestisce il calcolo tributi con uno sconto per i cittadini che producono meno rifiuti e pianifica una raccolta efficiente, con tracciamento IoT della produzione di utenze rurali e di aziende; la napoletana PikLok sviluppatrice di una piattaforma virale che consente a più di 20mila giovani ed organizzatori di progetti Erasmus+ di conoscere l’esistenza di centinaia di iniziative di scambi culturali accedendo a Applyandgo.eu o a Apply&Go; la cesenate Develop-Players  che ha creato una piattaforma di applied games volti a migliorare l’apprendimento in bambini e ragazzi con difficoltà scolastiche utilizzabili da insegnanti, psicologi, logopedisti genitori e studenti stessi; la teramana Trace Technologies  che ha lanciato Vigneto Sicuro, un sistema che acquisisce dai vigneti dati che combinano coordinate geografiche e monitoraggio meteo in tempo reale con il fine di calcolare in maniera preventiva l’indice di rischio di malattia delle piante; e ancora la reggiana NGV Powertrain che nel cuore della Motor Valley sviluppa motorizzazioni a carburanti alternativi a base di gas naturale, bio-fuel ed e-fuel (tra cui idrogeno) anche in versione ibrida per decarbonizzare i settori della mobilità e della generazione di energia; e poi la milanese PIKERED che ha ideato un sistema di simulazione di intrusione e cyber attacco a base di algoritmi di intelligenza artificiale.

Parigi è il 15esimo distretto dell’innovazione a livello mondiale. Dal 22 al 24 marzo Smau, aggregatore internazionale di opportunità per l’ecosistema dell’innovazione, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, farà tappa qui insieme a 35 startup passando per StationF, il più grande campus per startup nel mondo che, nel 2022, ha raccolto 1 miliardo di euro in circa 150 round e celebrato la nascita del suo primo unicorno: Hugging Face.

Nuovi modelli di Open Innovation favoriranno l’incontro tra le startup e le imprese dell’ecosistema italiano con i maggiori player del mercato internazionale – grandi aziende, incubatori, acceleratori e investitori – con l’obiettivo di valorizzare le migliori idee innovative capaci di rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo, idee inerenti intelligenza artificiale, efficientamento energetico, digital health, blockchain, mobilità elettrica, realtà aumentata, cybersecurity, economia circolare, supply chain collaboration e non solo.

Tra gli stand si potranno incontrare, tra le altre, la padovana Finapp, idetrice di una sonda che sfrutta la tecnologia CRNS per il rilevamento dei neutroni cosmici per misurare l’umidità del suolo con l’obiettivo di ridurre lo spreco di acqua in agricoltura; la sassarese Relicta che prende il nome dalla sua bioplastica naturale fatta di scarti di pesce che si scioglie in acqua e che può essere utilizzata per avvolgere oggetti di elettronica e cosmetici, ma anche alimenti; la ferrarese SMACE che, con la sua piattaforma, mette a disposizione delle aziende una rete di oltre 150 strutture smart working su tutto il territorio nazionale; l’udinese Alfred24 che, con la sua rete di oltre 6.500 punti partner affiliati e smart locker, gestisce ordini, spedizioni e resi per e-commerce; la romana BEAWaR e  che aiuta le amministrazioni comunali ad abbattere gli elevati costi della raccolta rifiuti con un software che gestisce il calcolo tributi con uno sconto per i cittadini che producono meno rifiuti e pianifica una raccolta efficiente, con tracciamento IoT della produzione di utenze rurali e di aziende; la napoletana PikLok sviluppatrice di una piattaforma virale che consente a più di 20mila giovani ed organizzatori di progetti Erasmus+ di conoscere l’esistenza di centinaia di iniziative di scambi culturali accedendo a Applyandgo.eu o a Apply&Go; la cesenate Develop-Players  che ha creato una piattaforma di applied games volti a migliorare l’apprendimento in bambini e ragazzi con difficoltà scolastiche utilizzabili da insegnanti, psicologi, logopedisti genitori e studenti stessi; la teramana Trace Technologies  che ha lanciato Vigneto Sicuro, un sistema che acquisisce dai vigneti dati che combinano coordinate geografiche e monitoraggio meteo in tempo reale con il fine di calcolare in maniera preventiva l’indice di rischio di malattia delle piante; e ancora la reggiana NGV Powertrain che nel cuore della Motor Valley sviluppa motorizzazioni a carburanti alternativi a base di gas naturale, bio-fuel ed e-fuel (tra cui idrogeno) anche in versione ibrida per decarbonizzare i settori della mobilità e della generazione di energia; e poi la milanese PIKERED che ha ideato un sistema di simulazione di intrusione e cyber attacco a base di algoritmi di intelligenza artificiale.

E sono tante anche le realtà che vogliono innovare il settore dell’health tech: I am Hero, Plus Biomedicals, Neosperience Health, Dico Technologies; quelli di AgroTech e ristorazione: farm4trade, SKYDRONE360, Dishup; dello smart manufacturing: BUILTI, PRES-X, Screevo, ARKEAN, STEMM; del fashion: PAC; del broadcast: Nexting; della tecnologia VR: VR Tourism; del LiFi: To Be; della cybersecurity: TrueScreen, Unguess; del lavoro: Cloudvision, nCore; del legal tech: HEU; della blockchain: Genuine Way; dell’energy e della sostenibilità: CHEERS, Hydorghen, Is Clean Air.

Tra le corporate francesi coinvolte ci sono L’Oreal, EDF, Air Liquide, Eutelsat, Kering Eyewear, Renault, Total che incontreranno la delegazione di startup italiane e i team innovazione di grandi aziende italiane con l’intento di avviare collaborazioni all’insegna dell’Open Innovation.

Assieme a corporate e startup, partecipano direttamente ai lavori anche quattro Regioni italiane oggi tra le più dinamiche sul fronte dell’innovazione e startup: Regione Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna e Lazio, ciascuna di esse presente con una propria delegazione di imprese innovative.

Il programma della manifestazione seguirà il seguente calendario: ricevimento serale presso l’Ambasciata italiana il 22 marzo, presentazione delle startup italiane al pubblico di investitori e imprese internazionali il 23 presso Station F, il più grande campus di startup al mondo, tour nei luoghi dell’innovazione con visita a incubatori e acceleratori delle città il 24 marzo.

Articolo di Huffpost Italia. Link all’articolo.

Millionaire | Smau: l’innovazione italiana a Parigi

Dal 22 al 24 marzo Smau aggregatore internazionale di opportunità per l’ecosistema dell’innovazione, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, farà tappa qui insieme a 35 startup passando per StationF a Parigi, il più grande campus per startup nel mondo che, nel 2022, ha raccolto 1 miliardo di euro in circa 150 round e celebrato la nascita del suo primo unicorno: Hugging Face.

Nuovi modelli di Open Innovation favoriranno l’incontro tra le startup e le imprese dell’ecosistema italiano con i maggiori player del mercato internazionale – grandi aziende, incubatori, acceleratori e investitori – con l’obiettivo di valorizzare le migliori idee innovative capaci di rispondere alle più grandi sfide del nostro tempo, idee inerenti intelligenza artificiale, efficientamento energetico, digital health, blockchain, mobilità elettrica, realtà aumentata, cybersecurity, economia circolare, supply chain collaboration e non solo.

Tra gli stand si potranno incontrare, tra le altre, la padovana Finapp, idetrice di una sonda che sfrutta la tecnologia CRNS per il rilevamento dei neutroni cosmici per misurare l’umidità del suolo con l’obiettivo di ridurre lo spreco di acqua in agricoltura; la sassarese Relicta che prende il nome dalla sua bioplastica naturale fatta di scarti di pesce che si scioglie in acqua e che può essere utilizzata per avvolgere oggetti di elettronica e cosmetici, ma anche alimenti; la ferrarese SMACE che, con la sua piattaforma, mette a disposizione delle aziende una rete di oltre 150 strutture smart working su tutto il territorio nazionale; l’udinese Alfred24 che, con la sua rete di oltre 6.500 punti partner affiliati e smart locker, gestisce ordini, spedizioni e resi per e-commerce; la romana BEAWaRe che aiuta le amministrazioni comunali ad abbattere gli elevati costi della raccolta rifiuti con un software che gestisce il calcolo tributi con uno sconto per i cittadini che producono meno rifiuti e pianifica una raccolta efficiente, con tracciamento IoT della produzione di utenze rurali e di aziende; la napoletana PikLok sviluppatrice di una piattaforma virale che consente a più di 20mila giovani ed organizzatori di progetti Erasmus+ di conoscere l’esistenza di centinaia di iniziative di scambi culturali accedendo a Applyandgo.eu o a Apply&Go; la cesenate Develop-Players che ha creato una piattaforma di applied games volti a migliorare l’apprendimento in bambini e ragazzi con difficoltà scolastiche utilizzabili da insegnanti, psicologi, logopedisti genitori e studenti stessi; la teramana Trace Technologies che ha lanciato Vigneto Sicuro, un sistema che acquisisce dai vigneti dati che combinano coordinate geografiche e monitoraggio meteo in tempo reale con il fine di calcolare in maniera preventiva l’indice di rischio di malattia delle piante; e ancora la reggiana NGV Powertrain che nel cuore della Motor Valley sviluppa motorizzazioni a carburanti alternativi a base di gas naturale, bio-fuel ed e-fuel (tra cui idrogeno) anche in versione ibrida per decarbonizzare i settori della mobilità e della generazione di energia; e poi la milanese PIKERED che ha ideato un sistema di simulazione di intrusione e cyber attacco a base di algoritmi di intelligenza artificiale.

E sono tante anche le realtà che vogliono innovare il settore dell’health tech: I am Hero, Plus Biomedicals, Neosperience Health, Dico Technologies; quelli di AgroTech e ristorazione: farm4trade, SKYDRONE360, Dishup; dello smart manufacturing: BUILTI, PRES-X, Screevo, ARKEAN, STEMM; del fashion: PAC; del broadcast: Nexting; della tecnologia VR: VR Tourism; del LiFi: To Be; della cybersecurity: TrueScreen, Unguess; del lavoro: Cloudvision, nCore; della blockchain: Genuine Way; dell’energy e della sostenibilità: CHEERS, Hydorghen, Is Clean Air.

Tra le corporate francesi coinvolte ci sono LOreal, EDF, Air Liquide, Eutelsat, Kering Eyewear, Renault, Total che incontreranno la delegazione di startup italiane e i team innovazione di grandi aziende italiane con l’intento di avviare collaborazioni all’insegna dell’Open Innovation.

Assieme a corporate e startup, partecipano direttamente ai lavori anche quattro Regioni italiane oggi tra le più dinamiche sul fronte dell’innovazione e startup: Regione Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna e Lazio, ciascuna di esse presente con una propria delegazione di imprese innovative.

Il programma della manifestazione seguirà il seguente calendario: ricevimento serale presso l’Ambasciata italiana il 22 marzo, presentazione delle startup italiane al pubblico di investitori e imprese internazionali il 23 presso Station F, il più grande campus di startup al mondo, tour nei luoghi dell’innovazione con visita a incubatori e acceleratori delle città il 24 marzo.

Articolo di Millionaire. Link all’articolo.

Forbes | A bordo di un catamarano o in un coworking vista lago: la startup ferrarese che vuole creare l’ufficio diffuso più bello del mondo

Le vacanze estive sono giunte al termine e, a malincuore, dobbiamo ritornare alla nostra quotidianità e, quindi, anche nelle nostre consuete postazioni di lavoro. Ma chi ha detto che non possiamo svolgere le nostre professioni ed essere produttivi anche in luoghi diversi dal nostro ufficio? Magari in una workstation immersa nel verde della montagna, in un luxury office a due passi dal mare oppure in uno spazio di coworking vista lago. Il lavoro da remoto che, prima dell’emergenza Covid-19, era una realtà per pochi fortunati ora è, invece, una soluzione che numerose aziende attuano anche per venire incontro ai propri dipendenti.

Smace è una startup ferrarese che ha mixato le parole lavoro e vacanza. Nata nel 2021 dall’idea imprenditoriale di Marta Romero e Andrea Droghetti propone ai suoi clienti (aziende e liberi professionisti) un approccio ibrido al lavoro in cui la flessibilità, il work life balance e la produttività sono messi al centro. Scopriamo insieme ad Andrea Droghetti, cofounder e ceo di SMACE questa originale idea imprenditoriale.

Come nasce la vostra piattaforma di hydrid-workplace?

Io e Marta nell’estate post pandemica del 2020 eravamo dipendenti di grandi multinazionali della consulenza, abbiamo avuto la possibilità di lavorare da dove volevamo e abbiamo scelto località di mare, collina, montagna, spesso in luoghi non frequentati dal turismo di massa. Abbiamo notato di essere molto più felici nonché più produttivi. Di questi aspetti oltre a noi beneficiavano le nostre aziende. Non meno importante, avevamo portato un indotto economico al territorio. Abbiamo pensato quindi di poter cristallizzare i vantaggi per questi diversi stakeholder in un’idea di business rappresentata da una piattaforma.

Cosa offrite alle aziende? E ai liberi professionisti?

Il servizio che offriamo, ovvero il nostro software Saas, che ci piace definire Smart Working As a Service, raggruppa soluzioni per il lavoro del singolo lavoratore o di interi team su un utilizzo giornaliero o di più giorni (quindi con pernottamento incluso). Per i freelance, la cui esigenza è più specifica di quella del mondo aziendale, stiamo lanciando in questi giorni Smace Pro che consente di avere tutte le funzioni del software Smace con in più prezzi scontati fino al 15% rispetto ad altre piattaforme di prenotazione e gettoni per l’utilizzo giornaliero inclusi.

Quali sono i benefici in termini di benessere personale? Ci sono anche dei vantaggi economici?

I benefici riscontrabili sono innumerevoli: un maggiore e più sano equilibrio tra vita privata e lavoro con conseguente migliore gestione del tempo; un maggiore coinvolgimento nell’attività svolta che genera entusiasmo e maggiore responsabilizzazione del lavoratore; spesso le relazioni interpersonali e il rapporto con il team migliorano, perché si costruiscono momenti ad hoc finalizzati al team building. Le forme di lavoro ibrido incidono sulla pendolarità, da ciò consegue che si riescono a generare delle economie legate ai minori spostamenti (carburante, mezzi pubblici, parcheggi etc). Da non dimenticare i benefici sull’ambiente, che impattano direttamente sulla salute del lavoratore: si stima infatti che anche solo una giornata a settimana in smart working può portare ad una riduzione media di 135kg di CO2 all’anno.

Tra le vostre idee c’è anche Smace Yachting che permette ai vostri clienti di lavorare a bordo di un catamarano. Com’è strutturata questa work experience?

Mettiamo a disposizione di team aziendali o gruppi di liberi professionisti catamarani di altissimo livello tecnologico con a bordo una serie di comfort che rendono più gradevole l’esperienza di lavoro. A queste imbarcazioni viene aggiunta una connessione satellitare Starlink che garantisce velocità di navigazione in rete da fare invidia ai migliori uffici sulla terraferma. I partecipanti hanno quindi la possibilità di assaporare il meglio del lavoro ibrido vivendo un’esperienza unica.

Recentemente avete concluso degli accordi con Gabetti Short Rent, quale sarà il valore aggiunto per il vostro business?

In questo nuovo scenario di flessibilità e innovazione è importante avere al proprio fianco un player come Gabetti Short Rent con una forte competenza ed esperienza in ambito real estate. Sono i partner ideali perché si sono dimostrati pronti a cogliere le potenzialità del nuovo mondo del lavoro e dell’hospitality. La loro rete di ville italiane ed internazionali soddisfa le esigenze dei team di lavoro o degli utenti di area dirigenziale.

Quali sono i progetti futuri a cui state lavorando che vi permetteranno, come dichiara la vostra mission aziendale, di “creare l’ufficio diffuso più bello del mondo”?

Le ambizioni, confermate dalla forte crescita degli ultimi mesi, sono alte. L’idea è quella di rinforzare ulteriormente le funzionalità a disposizione degli utenti all’interno del nostro sistema per poi iniziare nel 2023 un’espansione internazionale. Vediamo infatti che l’esigenza in questo ambito, in particolare per i servizi dedicati ai gruppi di lavoro, riguarda spesso interessi che vanno oltre la frontiera nazionale.

Articolo di Maria Rita Corda per Forbes. Link all’articolo.

Startup Italia | Lo smart working di SMACE chiude un round da 350mila euro

SMACE (Smart work in a smart place), startup che si propone di rivoluzionare il concetto di smart working, annuncia di avere chiuso un round di investimento da 350mila euro. Il round è guidato da business angel e vede l’ingresso di figure come Alessandro Gatti, presidente FG Invest, Gabetti Short Rent e il rinnovo della fiducia nel progetto di Digital Magics.

Con un fatturato che ha già superato i 150 mila euro nei primi mesi di vita, fanno sapere dalla realtà, per Smace arriva un’ulteriore conferma di interesse da parte di un mercato ad alto potenziale: il tema dello smart working coinvolge oltre 5 milioni di lavoratori, secondo il più recente report di Assolombarda.

I servizi di SMACE

Il servizio Smart working as a service per aziende e liberi professionisti mette a disposizione una rete di strutture smart working friendly, a oggi più di 150, su tutto il territorio nazionale.

Molte grandi aziende e startup – si legge nella nota – hanno scelto SMACE per i propri eventi e retreat, in maniera semplice grazie a una piattaforma tecnologica proprietaria e una visione efficace e ambiziosa: trasformare l’Italia nell’ufficio diffuso più bello del mondo, destagionalizzando il turismo e aprendolo a smart worker e nomadi digitali di ogni Paese.

Partner del progetto Borghi Più Belli di Italia

La startup ha appena lanciato SMACE Pro, l’abbonamento rivolto unicamente ad aziende e liberi professionisti attraverso cui usufruire di un unico network di spazi di lavoro verificati in tutta Italia. Sarà quindi possibile accedere a una piattaforma dedicata e godere dell’offerta dei partner della startup. Oltre ai più di 70 luoghi in cui fare smart working e le oltre 150 strutture, sarà possibile prenotare servizi aggiuntivi come babysitting, attività di formazione e fitness.

SMACE è anche partner del progetto Borghi Più Belli di Italia, l’associazione che promuove i piccoli centri abitati, con cui ha creato un catalogo di offerte e di servizi per il long-stay o per i retreat aziendali.

La startup punta a coinvolgere oltre 50 aziende entro la fine dell’anno, ad aumentare il team, già triplicato negli ultimi 12 mesi, e chiudere il 2022 con 350mila euro di fatturato.

“Siamo entusiasti di aver concluso questo round con investitori che hanno portato valore aggiunto al nostro progetto”, fanno sapere in una nota Marta Romero e Andrea Droghetti, co-founder di SMACE. “In questo nuovo scenario di flessibilità e innovazione è importante avere al proprio fianco un network di advisor competenti e pronti a cogliere le potenzialità del nuovo mondo del lavoro”.

“Il lavoro agile rivoluziona il lavoro e libera la vita. SMACE non solo crea servizi utili per chi vuole fare lavoro agile, ma lo vive, lo sperimenta, lo innova, spingendolo oltre i confini di come lo conosciamo oggi. Felice di far parte del loro viaggio”, ha concluso Chiara Bisconti, ex-assessora del Comune di Milano, consulente per le risorse umane e investitrice della startup.

Articolo di Startup Italia. Link all’articolo.

Corporate Wellbeing & SMACE4Team

Il benessere delle risorse fa bene all’azienda

Retribuzione, orario di lavoro, organizzazione e condizioni, conciliazione tra vita professionale e vita personale, non discriminazione e protezione di collaboratori e collaboratrici dalle molestie e dalla violenza sul lavoro, sono elementi chiave da tenere a mente quando si parla di corporate wellbeing.

Tu, come giudicheresti le condizioni di lavoro in Italia?

Noi, personalmente, siamo molto legati al benessere di lavoratori e lavoratrici e per questo crediamo, come abbiamo ripetuto più volte, nel potere del lavoro agile.

Corporate Wellbeing

Non volendo esprimere direttamente un nostro parere, vogliamo portarvi a riflettere.

Le aziende che stanno lavorando per mettere in piedi un progetto di corporate wellbeing, sono in aumento. Tanto che oggi si può parlare di una tendenza in crescita.

Ma cos’è, esattamente, il corporate wellbeing?

Forse, è meglio chiedersi a cosa serva.

Tramite questi programmi, si va direttamente a lavorare sulla promozione e sul miglioramento della salute e del benessere di ogni risorsa di un’impresa.

Questo, inevitabilmente, aumenta la produttività e l’efficienza per l’azienda.

È indubbio, quindi, che possa essere considerata anche (ma naturalmente non solo) una scelta strategica di business. 

Smart Working

In quest’ottica, il punto focale per ottenere risultati è incentrarsi sulle persone e sui loro bisogni.

Un esempio plateale e sicuramente molto attuale è lo sviluppo di forme di lavoro ibrido. Soluzioni, oggigiorno, molto richieste e necessarie per il reclutamento. E, certamente, con molteplici benefici, come ne abbiamo discusso qui.

Non gira, però, tutt’intorno allo smart working.

Ci sono realtà in cui è obbligatorio andare 5 giorni su 5 in ufficio, o quasi. Inoltre, non è detto che lavorare in totale autonomia e online, sia la soluzione migliore per tutti. Ci sono, infatti, casi di tecnostress e overworking.

Ultimo ma non ultimo, molti team sono stati modificati, aggiornati e nuove assunzioni hanno preso piede.

Questo, inevitabilmente, porta ad un nuovo bisogno: aumentare la coesione dei gruppi di lavoro.

SMACE4Team

Da qui nasce l’idea di SMACE4Team: un retreat aziendale nelle località più belle d’Italia (ville, relais, agriturismi ecc.). Perfetta occasione per lavorare su coesione, fiducia, spirito di squadra, coinvolgimento, rispetto ed engagement verso l’organizzazione.

Durante uno SMACE4Team, infatti, si avrà modo di sperimentare diversi momenti: meeting aziendali, seguire dei corsi di cucina et similia in gruppo, partecipare a delle esperienze come una partita di paintball o una lezione di yoga, condividere gli spazi comuni in una villa, doversi organizzare con i pasti ecc… Sono tutte attività che, messe all’interno di una stessa ricetta, rendono il gruppo coeso e forte.

Inoltre, SMACE collabora con delle figure professionali che possono far svolgere al team delle attività pensate ad hoc per lavorare sulla fiducia, sulla conoscenza degli altri e tanto altro.

Concludiamo con una massima: la crescita dell’azienda passa per il benessere di chi la vive.

E tu, cosa ne pensi?

Faccelo sapere nei commenti!

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Workation: lavorare connesso/a da dove vuoi.

Workation: lavorare connesso da dove vuoi

L’estate è ormai arrivata e con essa la gran voglia di andare in vacanza e scappare dalla città. Nessuno di noi, però, ha ferie tutta l’estate e questo potrebbe essere demoralizzante. Ma se ti dicessimo che esiste una soluzione? Workation, neologismo tra work (lavoro) e vacation (vacanza), è la risposta.

Tale fenomeno ti permette di soggiornare nella località che preferisci e lavorare connesso da dove vuoi. È chiaramente una sfumatura dello smart working che, a differenza del remote working – come abbiamo spiegato qui, non ha limitazioni sul dove e quando connettersi.

Anche questa modalità di lavoro nasce da esigenze emerse durante la pandemia. Non appena è stato possibile viaggiare e spostarsi tra regioni, molte persone, constatato che lavorare da remoto era una necessità ben delineata, hanno provato a testare località diverse per rilassarsi e uscire dalla quotidianità, ed hanno dato via all’ondata di lavoratori che si connettono da luoghi di vacanza. Da qui ne deriva ovviamente la necessità di coniare una definizione e, di conseguenza, parliamo di workation.

Che sia al mare, lago o montagna, puoi andare in workation dove vuoi. L’organizzazione è molto semplice: ci pensa SMACE. Grazie a SMACE partire in workation è infatti facilissimo.

Accedendo al nostro portfolio puoi sfogliare numerose location e soluzioni pensate su misura per un te. Ovunque sceglierai di andare e di prenotare la tua esperienza, la workability è garantita e verificata: wi-fi, postazioni ergonomiche, zone tranquille dove poter lavorare ecc. Ciliegina sulla torta: pensiamo anche al tuo benessere quando spegni il laptop. Degustazioni, escursioni e molte altre attività per rilassare e ricaricare la tua mente e il tuo corpo.

Noi di SMACE, come detto più volte, ovviamente lavoriamo tutti in smart working e la workation è una soluzione che adoriamo (soprattutto con questo caldo).

Perché? Ti rispondiamo invitandoti a chiudere gli occhi e usare l’immaginazione.

Ti svegli la mattina nell’appartamento (o villa, o agriturismo) che hai scelto per questo soggiorno, senti il rumore dei gabbiani, l’infrangersi delle onde sulla spiaggia e il buon umore è assicurato. Indossi il costume, vai a farti un tuffo in mare e poi colazione con i piedi nella sabbia. Se hai riunioni ti ricomponi e torni a casa o vai dove ritieni di essere più concentrat*, altrimenti ti metti al bar della spiaggia, e lavori. Tranquill*.

A fine giornata, chiudi il laptop, fai un aperitivo guardando il tramonto e dimentichi in un attimo lo stress del lavoro.

Che poi, quale stress che stai lavorando in una condizione paradisiaca? 🙂

Ora, dobbiamo ancora dirti perché crediamo nella workation? Cosa aspetti a prenotare?

Raccontaci nei commenti la tua esperienza di workation, siamo curiosi!

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