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Autore: admin_slabs

Smart Working a bordo di un catamarano tra le Isole Eolie

Tratto da una storia vera

Lavorare a bordo di un catamarano

Ciao Smacers!


Giugno qui da noi è stato un mese pieno di novità. SMACE ha concluso un aumento di capitale (qui trovate qualche link) e soprattutto è ufficialmente partito il nostro super progetto estivo: SMACE Yachting.

Se non sai di cosa si tratta te lo spieghiamo noi, però ti avvisiamo: potrebbe sembrare una favola ma non è così, sta succedendo davvero!

A partire dal 4 Giugno un catamarano Lagoon 42 targato SMACE ha ospitato per 4 settimane dei gruppi di smart-workers provenienti da tutta Europa per un’esperienza unica ed incantevole.

Abbiamo voluto dimostrare che è davvero possibile lavorare agilmente a bordo di un catamarano. Trasformando il mare delle bellissime isole Eolie nel nostro nuovo ufficio diffuso.

Com’è possibile? È tutto più semplice di quanto credi.

All you need is…

Prenota un volo per la Sicilia e prendi i biglietti del traghetto per arrivare nell’isola in cui il catamarano che hai prenotato salperà. Fatti trovare all’ora prestabilita munita dello stretto necessario.

Viaggi legger*. Da mettere nel borsone c’è poco: costumi, protezione solare, felpe (perché sì, di sera, la brezza marina si fa sentire) e ovviamente il tuo amato laptop. Le settimane sono organizzate da sabato a sabato, così da avere tempo di ambientarsi alle onde del mare per poi dedicarsi al relax della domenica. Si prende sole, si riposa sui divanetti a prua, si nuota, ci si tuffa e si utilizzano i vari gonfiabili che ci sono a bordo. Il lunedì però arriva per tutti e da qui, le giornate si svolgeranno nel pieno rispetto dei tuoi impegni lavorativi. A bordo del catamarano ci sono molteplici postazioni dove lavorare: dal classico tavolo (sia indoor che outdoor) a vari divani reclinabili posizionati nei posti più disparati (a prua, accanto al tavolo, sul ponte ecc). Inoltre, SMACE mette a disposizione sedie ergonomiche da poter sistemare dove più si gradisce e dei tavolini ergo stand per il computer.

E internet?

Se ciò che ti frena nel credere che questa esperienza possa funzionare è la connessione a internet, anche qui, non temere. SMACE pensa a tutto!

Grazie a Starlink, tramite il quale è possibile accedere ad internet satellitare e quindi potersi connettere da ovunque, non avrai mai momenti di down. In aggiunta, il nostro team, prima di àncorare, controlla più volte con degli speedtest (strumento online per misurare la velocità di download e di upload) che quella location bellissima dove volete stare qualche ora, sia effettivamente coperta da internet. È fondamentale che ognuno a bordo abbia sempre la massima connessione possibile e in questo SMACE si impegna per rendere il lavoro di ciascuno fluido e senza interruzioni.

Work life balance

Una giornata è fatta di 24 ore, considerandone di media 7 per dormire ed almeno 8 per lavorare, il tempo da dedicare alle attività extra non è poco. Dal kayak alla pesca, passando per lo snorkeling, sono tantissime le experience di gruppo che si possono fare in mezzo al mare.

Tratto da una storia vera

Noi di SMACE siamo stati nella seconda settimana per testare in prima persona questa esperienza e vogliamo raccontarti la nostra.

Siamo un team che lavora in smart working (of course) e avere la possibilità di stare una settimana insieme in luoghi meravigliosi è stata, oltre che un’esperienza più unica che rara, un’occasione importante per legare e conoscerci meglio oltre gli schermi. Lavorare a bordo di un catamarano dà la possibilità di collegarsi al proprio pc in autonomia nello spazio che ci si ritaglia, senza essere disturbati da nessuno. D’altro canto, ci vuole un attimo per radunarsi per del fare brainstorming o aprire un tavolo di discussione. Ovviamente, condividere questi momenti, significa anche occuparsi di questioni logistiche come fare la spesa, organizzare i pasti, i lavaggi delle stoviglie, decidere le mete da visitare e molto altro. E questo richiede flessibilità e lavoro di squadra. Anche in questo ci vuole tanta organizzazione e flessibilità di team.

Cosa ci siamo portati a casa da questa esperienza?

Ogni momento vissuto a bordo del catamarano si può trasformare in un’opportunità di team building. Una volta conclusa la tua workation, sarai ancor più affezionato ai tuoi collegh* e, se hai la fortuna di fare il lavoro che ti piace, sarai ancor più innamorat* del tuo lavoro.

Ovviamente di cose da dire su SMACE Yachting ce ne sono ancora tantissime, ad esempio che la sera in mezzo al mare abbiamo creato un cinema con un videoproiettore, ma non ti vogliamo spoilerare troppo. Quindi, se sei curios* qui puoi prenotare la tua settimana!

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Wall Street Italia | G Rent entra nel capitale della startup Smace

G Rent (che opera con il marchio Gabetti Short Rent) ha fatto il suo ingresso nel capitale di Smace, startup innovativa che ha l’obiettivo di promuovere presso le aziende e i loro collaboratori l’utilizzo di strutture ricettive di lusso destinate al rent per l’attività di smart working. L’entrata nel capitale di Smace, spiega la nota, è parte dell’accordo tra G Rent e Smace in cui G Rent mette a disposizione della startup una selezione di immobili di lusso adeguati allo svolgimento di attività in smart working, presenti all’interno del portfolio Gabetti Short Rent. Al contempo, Smace fornisce i propri servizi di marketing e di consulenza per la promozione di tali immobili presso i propri clienti, aziende e i loro lavoratori e collaboratori.

Con questa operazione, G Rent consolida la propria posizione nel mercato degli immobili di lusso, rafforzando l’offerta nel mondo dei servizi per l’impresa e, nello specifico, per lo smart working presso strutture ricettive convenzionate e selezionate in tutta Italia. “La scelta di investire in Smace è avvenuta dopo un’attenta analisi delle grandi potenzialità di crescita della piattaforma, anche in considerazione del radicarsi del fenomeno ‘workation’ – unione dei termini ‘work’, lavoro, e ‘vacation’, vacanza –, tendenza sorta con la pandemia e oggi diventata per molti dipendenti, manager e professionisti, il modello a cui guardare per trovare l’equilibrio ideale fra impegni lavorativi e vita privata”, segnala la società.

“Il nostro obiettivo è quello di rafforzarne il posizionamento sul mercato attraverso nuove competenze e connessioni, oltre ad apportare una visione strategica di medio e lungo periodo, fornendo quindi un supporto determinante nel guidare il business della società nel nuovo scenario sorto successivamente alla situazione pandemica”, dichiara Emiliano Di Bartolo, a.d. di G Rent.

Articolo di Wall Street Italia. Link all’articolo.

Borsa Italiana | G Rent: entra in SMACE

Attiva in settore hospitality immobili di lusso.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 20 giu. G Rent opera con il marchio Gabetti Short Rent ed è proptech company attiva nel settore dell’hospitality di immobili di lusso. Questa è quotata sul mercato EGM (Euronext Growth Milan) ed è entrata nel capitale di SMACE. Startup innovativa con l’obiettivo di promuovere presso le aziende e i loro collaboratori l’utilizzo di strutture ricettive di lusso destinate al rent per l’attività di smart working.

L’entrata nel capitale di SMACE è parte dell’accordo tra G Rent S.p.A. e SMACE. Accordo in cui G Rent S.p.A. mette a disposizione della startup una selezione di immobili di lusso adeguati allo svolgimento di attività in smart working, presenti all’interno del portfolio Gabetti Short Rent. Al contempo, SMACE fornisce i propri servizi di marketing e di consulenza per la promozione di tali immobili presso i propri clienti, aziende e i loro lavoratori e collaboratori. La scelta di investire in SMACE è avvenuta dopo un’attenta analisi delle grandi potenzialità di crescita della piattaforma. Anche in considerazione del radicarsi del fenomeno ‘workation’ – unione dei termini ‘work’, lavoro, e ‘vacation’, vacanza. Una tendenza sorta con la pandemia e oggi diventata per molti dipendenti, manager e professionisti, il modello a cui guardare per trovare l’equilibrio ideale fra impegni lavorativi e vita privata.

Articolo di Borsa Italiana. Link all’articolo.

La Stampa | G Rent entra nel capitale di SMACE

Smart work in strutture di lusso

G Rent, proptech company attiva nel settore dell’hospitality di immobili di lusso e quotata su Euronext Growth Milan, è entrata nel capitale di SMACE. Startup innovativa che ha l’obiettivo di promuovere presso le aziende e i loro collaboratori l’utilizzo di strutture ricettive di lusso destinate al rent per l’attività di smart working. Non sono stati diffusi i dettagli finanziari dell’operazione, che punta sul consolidamento del fenomeno “workation” – unione dei termini “work”, lavoro, e “vacation”, vacanza – emerso durante la pandemia.

G Rent metterà a disposizione della startup una selezione di immobili di lusso adeguati allo svolgimento di attività in smart working, presenti all’interno del proprio portfolio. Mentre SMACE fornirà servizi di marketing e di consulenza per la promozione di tali immobili presso i propri clienti, aziende e i loro lavoratori e collaboratori.

“Siamo orgogliosi di avere portato a termine questa operazione – ha commentato Emiliano Di Bartolo, AD di G Rent – con una società innovativa in cui crediamo molto. Il nostro obiettivo è quello di rafforzarne il posizionamento sul mercato attraverso nuove competenze e connessioni, oltre ad apportare una visione strategica di medio e lungo periodo, fornendo quindi un supporto determinante nel guidare il business della società nel nuovo scenario sorto successivamente alla situazione pandemica”.

“SMACE è entusiasta di avere nella sua compagine sociale Gabetti Short Rent – ha dichiarato Marta Romero, fondatore di SMACE – in quanto prezioso partner per lanciare i nostri servizi di Hybrid Workplace. Oltre al mercato italiano, la prossima frontiera sarà sicuramente quella internazionale per far vivere ai professionisti stranieri il nostro paese come meta perfetta per lavorare e vivere esperienze autentiche”.

Articolo di La Stampa. Link all’articolo.

la Repubblica | G Rent entra nel capitale della startup SMACE

Smart Work in a Smart Place

G Rent, proptech company attiva nel settore dell’hospitality di immobili di lusso e quotata su Euronext Growth Milan, è entrata nel capitale di SMACE. Startup innovativa che ha l’obiettivo di promuovere presso le aziende e i loro collaboratori l’utilizzo di strutture ricettive di lusso destinate al rent per l’attività di smart working. Non sono stati diffusi i dettagli finanziari dell’operazione, che punta sul consolidamento del fenomeno “workation” – unione dei termini “work”, lavoro, e “vacation”, vacanza – emerso durante la pandemia.

G Rent metterà a disposizione della startup una selezione di immobili di lusso adeguati allo svolgimento di attività in smart working, presenti all’interno del proprio portfolio, mentre SMACE fornirà servizi di marketing e di consulenza per la promozione di tali immobili presso i propri clienti, aziende e i loro lavoratori e collaboratori.

“Siamo orgogliosi di avere portato a termine questa operazione – ha commentato Emiliano Di Bartolo, AD di G Rent – con una società innovativa in cui crediamo molto. Il nostro obiettivo è quello di rafforzarne il posizionamento sul mercato attraverso nuove competenze e connessioni, oltre ad apportare una visione strategica di medio e lungo periodo, fornendo quindi un supporto determinante nel guidare il business della società nel nuovo scenario sorto successivamente alla situazione pandemica”.

SMACE è entusiasta di avere nella sua compagine sociale Gabetti Short Rent – ha dichiarato Marta Romero, fondatore di SMACE – in quanto prezioso partner per lanciare i nostri servizi di Hybrid Workplace. Oltre al mercato italiano, la prossima frontiera sarà sicuramente quella internazionale per far vivere ai professionisti stranieri il nostro paese come meta perfetta per lavorare e vivere esperienze autentiche”.

Articolo di la Repubblica, finanza. Link all’articolo.

Lavorare in smart working dai borghi più belli d’Italia

Luoghi incantevoli da riscoprire e ripopolare

Ciao Smacers!

L’Italia è una nazione dalle mille potenzialità. Ha un ventaglio culturale e ambientale da invidiare. Le grandi città e le zone limitrofe sono ricche di opportunità e soluzioni dove lavorare, ma avete mai pensato ai borghi?

Se dal lato lavorativo il trend del 2022 è lo smart working, da quello territoriale è invece la rivitalizzazione dei borghi.

er rendere l’idea della virtualità del nostro territorio, solamente nel network de I Borghi più belli d’Italia se ne contano 328.

SMACE crede nel loro potenziale. Non li vediamo sole come luoghi preziosi da ripopolare con il coinvolgimento della comunità locale ma anche come nuove sedi di lavoro diffuse. Inoltre, sono perfetti per esperienze autentiche, eventi e networking tra professionisti. Abbiamo a cuore la rivitalizzazione del territorio, nasciamo con questo obiettivo. Non possiamo non credere che anche i borghi possano essere l’ambiente perfetto dove collegarsi con il proprio pc.

I benefici dello smart working, come vi abbiamo raccontato qui, sono molteplici. Ricordiamone solo alcuni: miglioramento della produttività de* collaborator*, della work-life balance ed un aumento della motivazione e della soddisfazione personale. Molti però, intendono lo smart working come remote working e per questo vengono individuati facilmente anche dei riscontri negativi, come l’over working e il techno stress. Inoltre, sempre andando ad osservare gli aspetti sfavorevoli, alcuni si lamentano della mancanza di compagnia e di giornate trascorse in maniera più noiosa.

Lavorare in smart working, invece, dà la possibilità di connettersi dalle destinazioni che si preferiscono: non per forza da casa ma da località limitrofe, ben collegate alle grandi città e che offrono delle esperienze piacevoli per spezzare la routine. In quest’ottica ovviamente i borghi sono un’ottima soluzione.

L’idea di utilizzare lo smart working per riscoprire e rivitalizzare i centri meno popolosi può essere uno strumento con importanti benefici. Quando un* smart worker si sposta, spesso lo fa accompagnat* dalla propria famiglia; viene quindi da pensare a nuovi lavori, scuole, attività pomeridiane ecc. Tutto ciò dà la grande opportunità a comuni di innovare e lavorare sui propri servizi. Esiste quindi la reale possibilità di (ri)distribuire l’economia del nostro territorio.

Ultimo ma non per importanza, un aspetto che vale la pena mettere in luce, è che gli smart worker, spostandosi nelle aree interne portano con sé know-how alla comunità in termini di competenze professionali e networking.

Noi crediamo tantissimo nello smart working nei borghi e qui puoi approfondire l’argomento. Tu, invece, cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!

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Great resignation: cosa e perché.

Due parole chiave: flessibilità e smart working.

Ciao Smacers!

Partiamo dalle basi: sapete cos’è la great resignation? Secondo noi sì. Il tema di base è molto semplice da individuare e di conseguenza anche il problema. Si deduce, infatti, dal nome che si tratta di un fenomeno economico in cui una grande quantità di collaboratorə, in massa, si dimettono volontariamente dal proprio lavoro.

Essendo un fenomeno insolito, per quanto ripetitivo nel ciclo economico, questo tema è stato protagonista di testate, telegiornali e radiogiornali nelle ultime settimane.

Secondo i dati raccolti dall’Associazione Italiana Direzione Personale (AIDP) le dimissioni volontarie tra i giovani coinvolgono il 60% delle aziende italiane. I settori più toccati sono quello Informatico e Digitale (32%), Produzione (28%) e Marketing e Commerciale (27%). Parliamo di giovani perché dai dati emerge che l’età di chi si dimette è compresa tra i 26 e 35 anni. Interessante è notare che, lo scenario di great resignation è strettamente collegato ad una corrente di pensiero caratteristica della generazione dei Millennial. Il New York Times la definisce “YOLO Economy”, acronimo di “you only live once”. Andando a identificare un approccio nel prendere le decisioni in modo coraggioso, senza il temerne le conseguenze.

Per farvi comprendere l’entità della questione, basti pensare che solamente a Milano, come leggiamo dall’articolo de Il Corriere della Sera del 22.05.22 (link), il numero di dimessi nel 2021 è di 180mila persone (il 30% in più rispetto al 2020).

Da uno studio dell’IBM Institute for Business Value (IBV) che ha coinvolto circa 14mila lavoratoriə in tutto il mondo, si delineano differenti ragioni. Tra le più indicate ci sono la necessità di lavorare in una realtà più flessibile (32%) e il desiderio di raggiungere incarichi più mirati e soddisfacenti (27%). D’altro canto, ciò a cui si pone attenzione nella scelta di un nuovo incarico, sono l’equilibrio tra vita privata e lavoro (51%) e l’opportunità di avanzamento di carriera (43%).

A riprova di quanto appena riportato, anche Randstad ha svolto uno studio coinvolgendo oltre 190mila collaboratorə in tutto il mondo. Ne emerge che, in Italia, la motivazione principale che spinge a cambiare lavoro o a cercarne uno nuovo, sia la flessibilità che permetta di gestire in libertà il proprio tempo raggiungendo un giusto equilibrio tra vita privata e lavoro.

È evidente come, in un momento storico come questo, aziende e manager abbiano una sola opzione. Ascoltare le persone, cercare di capirne i bisogni ed essere aperti all’innovazione. In questa fase rimane a galla solo chi è pienamente consapevole di cosa comporta la great resignation, adattandosi e ingegnandosi di fronte alle nuove necessità.

Seguendo questa giusta strada, sono tante le realtà italiane (e non) che si stanno innovando. Come avevamo riportato in un nostro articolo (link), infatti, l’88% delle aziende ha confermato che continuerà a lavorare in smart working e da remoto dopo il 30 giugno. Inoltre, sono sempre di più, le imprese che vanno verso una modalità di full smart working: Ford ed Infojobs sono solo due delle tante.

SMACE è nata con l’obiettivo di permettere alle persone di trovare un equilibrio tra la sfera lavorativa e quella personale. E secondo noi, la soluzione è evolvere lo smart working in  best practice. Proprio con questi propositi SMACE offre un network di soluzioni smart working friendly.

Cerchi un partner per supportare la tua azienda verso il futuro del lavoro? SMACE è qui per te.

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Smart working = benessere? Sì.

Lavorare in smart working ha inevitabilmente dei benefici. Si parla di benessere: lavorativo, psicologico e ambientale.

Ciao Smacers!

Nel 2021, secondo l’INAP (Istituto Nazionale per le Analisi Pubbliche), il numero di lavoratori da remoto ammontava a 7.262.999, rispetto alla stima di 5.37 milioni prevista dall’Osservatorio del Politecnico di Milano. Probabilmente questo dato è destinato solamente a crescere e noi ne saremmo molto felici, ovviamente.

Perché lavorare da remoto? Sicuramente, visti i dati più che positivi, ci sono benefici importanti.

L’Osservatorio Smart Working, nato nel 2012, studia da ormai dieci anni l’evoluzione del modo di lavorare. Oggi, proprio grazie a loro possiamo ben delineare pro (e contro) del lavoro agile.

Dal punto di vista delle aziende, adottare tale modalità, conviene per vari motivi. I più importanti sono sicuramente un miglioramento della produttività dei dipendenti, la riduzione dell’assenteismo e, ovviamente, il calo dei costi per gli spazi fisici. Si può infatti stimare l’incremento di produttività per un lavoratore del 15%.

Tanto quanto per le aziende anche per chi lavora in smart working, i benefici sono considerevoli. Citiamo infatti la riduzione di tempo e costo per il trasferimento, il miglioramento della work-life balance ed un aumento della motivazione e della soddisfazione.

I vantaggi però non riguardano solo le due parti principalmente coinvolte nell’impiego, ma anche un terzo personaggio: l’ambiente, che tutti abbiamo a cuore. Per noi di SMACE essere sostenibili è infatti uno dei requisiti fondamentali; per questo ci siamo impegnati e ci impegniamo, grazie a UP2Y, ad annullare sempre più il già ridotto impatto ambientale che hanno le nostre aziende.

Riduzione delle emissioni di CO2, del traffico e migliore utilizzo dei trasporti pubblici sono solo alcuni dei giovamenti che l’ecosistema ne trae.

“Considerando che in media le persone percorrono circa 40 chilometri per recarsi al lavoro, sempre nell’ipotesi di un giorno a settimana di lavoro da remoto, si potrebbe ottenere un risparmio in termini di emissioni per persona pari a 135 kg CO2 all’anno.

Osservatorio Smart Working

Come tutte le cose belle, c’è sempre da considerare anche l’altra faccia della medaglia. Ci sono, infatti, anche dei riscontri negativi. C’è chi ha sofferto di tecnostress e chi di overworking (dedicare un’elevata quantità di tempo al lavoro trascurando il riposo). Secondo AGI (articolo qui), l’aspetto ritenuto più negativo da tutte le organizzazioni è quello della comunicazione tra colleghi. Risulta peggiorata per il 55% delle grandi imprese, il 44% delle PMI e il 48% delle PA. A fronte rispettivamente del 10%, 9% e 16%, che ne dichiarano un miglioramento.

Di fronte a un problema, nella vita, bisogna sempre rispondere con una soluzione, e noi ce l’abbiamo: SMACE4Team. La soluzione ideale per unire un gruppo, stimolando la creatività, organizzando sessioni di brain storming e di ice breaking.

Sei curioso di saperne di più? Clicca qui.

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Ritorno alla normalità: lavorare in modo ibrido

La nostra vita ha un ritmo nuovo, diverso ed un po’ in smart working

Ritorno alla normalità: lavorare in modo ibrido

Ciao Smacers!

Siamo a fine Aprile. Il 90% della popolazione italiana ha completato il ciclo vaccinale (https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/) e viene da sé chiedersi se, visti i buoni risultati delle vaccinazioni, lo smart working sia un #trend passeggero o destinato ad affermarsi sempre di più.

#SMACE nasce e vive credendo che sia assolutamente un trend destinato a rimanere e i dati ce ne danno conferma. Dopo due anni di pandemia possiamo dire che la #normalità sta tornando. Una dimensione, però, un po’ differente: si tende a stare sempre attenti. Attenti alle #distanze, il disinfettante per le mani è sempre nello zaino o nella borsa e si indossa la mascherina nei luoghi chiusi. Quando ci troviamo in mezzo alla folla e c’è qualcuno senza mascherina ci fa effetto, giustamente. Molti teatri hanno riaperto le loro porte e sono stati organizzati molti #concerti, #eventi e #manifestazioni. Finalmente, studenti e #lavoratori stanno ritornando alla “normalità”. Ma di che normalità stiamo parlando?

Molte #aziende stanno organizzando il lavoro in modo “#ibrido”, come tanti amano definirlo: si lavora 3 giorni circa in ufficio e 2 da casa. A noi, però, piace essere precisi. Se hai letto il nostro articolo sulla differenza tra tele lavoro e lavoro agile, infatti, la #location da cui lavorare nei giorni di non-presenza, dipende dalle regole della tua azienda.

Il rientro degli impiegati negli uffici sicuramente non andrà a cancellare il lavoro agile. Anzi, si prevede un aumento degli smart worker rispetto ai numeri registrati a Settembre 2021. Riportando i dati raccolti da una ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, si prevedono circa 4.38 milioni di lavoratori che opereranno almeno in parte da #remoto (con quindi un aumento dell’8% rispetto ai risultati passati) di cui 2,03 milioni nelle grandi imprese, 700mila delle PMI, 970mila nelle microimprese e 680mila nelle PA.

La nostra vision, da quando siamo nati è sempre stata migliorare il benessere e la produttività dei dipendenti. Crediamo che il lavoro agile debba essere inteso come best practice per migliorare l’ #employerbranding e la talent attraction/retention. A riprova del nostro pensiero, sempre secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, risulta infatti che lo smart working rimarrà o verrà introdotto nell’89% delle grandi imprese. In queste, si prevede un aumento sia di progetti strutturati che informali legati alla nuova modalità lavorativa.

Si deduce dunque che molteplici realtà e aziende investono e credono nel potere dello smart working. Forse perché questo ha avuto un impatto positivo sulla popolazione? Non dimentichiamoci, infatti, che secondo il 39% dei lavoratori il proprio work-life balance risulta migliorato, il 38% si sente più efficiente nello svolgimento della propria mansione e il 35% più efficace.

I dati da riportare a favore della nostra filosofia sono e sarebbero tantissimi, e tu, sei d’accordo con noi?

Faccelo sapere nei commenti!

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Via i dubbi: smart working vs telelavoro

Due termini spesso usati in modo analogo, ora non più.

Ciao smacers!  

Spesso vengono usati termini come smart-working e telelavoro come sinonimi ma in realtà non lo sono affatto, lo sapete, vero? Per togliere ogni dubbio però, chi siamo noi se non le persone giuste per fare un po’ di chiarezza?!

Sono entrambe delle modalità presenti nel mondo del #lavoro a livello mondiale da molto tempo prima della pandemia. In #Italia, tuttavia, erano poco diffuse e poco conosciute.  

Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, infatti, prima dell’emergenza sanitaria solamente il 13% delle aziende italiane utilizzava questa modalità di lavoro; ad oggi, invece, solo il 4% non ne usufruisce. Nonostante la testimonianza dei dati c’è però ancora molta confusione sulla terminologia corretta da utilizzare. Forse il #COVID-19 ha portato a qualcosa di positivo. Ha infatti permesso di far capire a molte aziende che lavorare in modo agile è possibile ed anche con un buon risultato. 

Il telelavoro

Il telelavoro è una particolare modalità di organizzazione del lavoro in cui non si lavora dall’#ufficio ma da una postazione definita tra le parti (e può essere a casa, come in un ufficio di #coworking). Una volta stabilita la località però è da rispettare, non si ha la libertà di scegliere da dove collegarsi. Allo stesso modo, la fascia oraria in cui lavorare è predefinita e va rispettata. 

Lo smart working

Lo smart working, invece, è una modalità in cui #flessibilità è la parola chiave. Si lavora per obiettivi e non per ore, si lavora dalle località che ci fanno più “comodo” e ci aggradano maggiormente. Questo per migliorare la #produttività del mestiere, conciliando con esso la vita privata.  

Coesistenza che spesso non viene “accettata” dalle aziende ma permettendo la coesistenza di lavoro e #vitaprivata, la produttività e l’apprezzamento del proprio #impiego aumentano. Il COVID-19 ha permesso alle aziende di comprenderne i #benefici. I propri dipendenti, nonostante fossero a casa con figli, DAD, lavatrici, cucine piene di lasagne e pane preparato nel tempo libero, hanno continuato a lavorare e a impegnarsi per portare avanti l’economia aziendale e raggiungere traguardi. 

E sembra proprio che i risultati positivi del lavoro stiano portando molte realtà lavorative ad accettare questa nuova modalità. Infatti, come riportato dall’articolo di ANSA del 04.04.2022 (link qui), “l’88% delle aziende ha confermato che dopo la data del 30 giugno continuerà la possibilità di lavorare in smart working e da remoto, contro l’11% che ha espresso un’intenzione contraria“. 

Con quest’ultima citazione vi portiamo a riflettere e a lasciare nei commenti il vostro pensiero sul lavoro agile. Ci farebbe molto piacere leggere i vostri punti di vista! 

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