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Mese: Marzo 2021

Confindustria Emilia | Smace, quando lo smartworking è realmente smart.

“Selezioniamo le migliori strutture ricettive per garantire lo svolgimento dell’attività lavorativa da remoto e l’esperienza di trovarsi in un luogo piacevole. Lo smartworking è una modalità di lavoro destinata a rimanere ma occorre un’azione di informazione e sensibilizzazione del suo corretto svolgimento”.

Hanno le idee molto chiare Andrea Droghetti e Marta Romero, i due giovani consulenti che nell’atipica estate 2020, con le restrizioni del Covid-19 a far da contesto, hanno sperimentato un nuovo modo di lavorare: lo smartworking in luoghi di interesse. 

Smace, acronimo di Smart work in a smart place, vorrebbe rimettere la discussione sullo smart working sui binari giusti. “Lavorare all’aria aperta, in giardino, nella baita in montagna o a due passi dalla spiaggia riaccende il benessere psico-fisico e permette ai lavoratori di ritrovare quell’equilibrio vita-lavoro che nella quotidianità lavorativa della grande città si perde”.  

Da qui l’intuizione di creare un servizio che aiuti le aziende e i lavoratori ad organizzare periodi di workation (work + vacation) durante tutto l’anno: questo si traduce nel dare la possibilità agli smartworker di lavorare in luoghi perfetti sia per l’operatività che per il relax al termine dell’orario lavorativo. Il workation, quindi, non sostituisce i periodi di vacanza intesi come interruzione e pausa dall’attività lavorativa. Esso rappresenta una nuova esperienza di lavoro che aumenta, durante tutto l’anno, le opportunità di scoperta di luoghi nuovi o ritorno in quelli cari. 

Smace vuole promuovere il vero smartworking, spesso confuso con homeworking o lavoro da remoto, trasmettendo una nuova cultura del lavoro dalla quale molte professionalità possono trarre beneficio. 

Confrontandosi, l’idea di business diventa quella di portare dipendenti (singolarmente o in gruppo) in località d’interesse immerse nella natura, specialmente nei periodi meno frequentati dal turismo tradizionale. Che sia in autonomia, con la famiglia o con i colleghi, un soggiorno Smace permette di ritrovare il tempo libero per le proprie passioni, senza rinunciare alla comodità dell’ufficio. 

Da settembre a novembre 2020, Marta e Andrea, con il progressivo espandersi del team ai nuovi membri Max Bratti, Filippo Agosti e Matteo Trimurti, partecipano al percorso dell’incubatore di StartupGeeks. Questo gli permette di costituire a dicembre, presso la Camera di Commercio di Ferrara, la startup innovativa Smace srl. 

A inizio 2021 il team si espande con il commercialista Massimo Sani, l’avvocato Robert Egidi, il chief information officer Luigi Foscari e la social media manager Giulia Colasante. Con il team allargato Smace presenta a marzo 2021 la sua prime versione beta di piattaforma e contestualmente entra a far parte di Confindustria Emilia. Il lancio ufficiale del servizio è previsto per il primo maggio 2021.

Articolo di Confindustria Emilia. Link all’articolo

Corriere della Sera | La startup che coniuga lavoro e vacanza.

Riuscire a coniugare lavoro e vacanza è il sogno di molti. Con il lavoro agile e lo smart working per il quale bastano un pc, una scrivania e una connessione internet, il desiderio di tanti può divenire realtà. Si parla sempre più spesso di workation (che deriva dai termini anglosassoni “work”, lavoro, e “vacation”, vacanza) un cambio di mentalità nelle modalità di lavoro e che obbliga a ripensare gli spazi ed anche i luoghi turistici.

A puntare alla possibilità di lavorare in una meta turistica, con un ufficio vista mare o montagna, è la startup Smace. Nata dall’idea di Andrea Droghetti e Marta Romero due giovani consulenti che nell’estate 2020, dettata dalle restrizioni del Covid-19, hanno sperimentato un nuovo modo di lavorare. Praticare smart working in luoghi di interesse.

Lavorare nel giardino di Ferrara, dalla baita in montagna o a due passi dalla spiaggia ha innalzato il loro benessere psico-fisico ed ha permesso di ritrovare l’equilibrio vita-lavoro che nella quotidianità delle giornate in città avevano perso. Da qui, l’intuizione di creare un servizio che aiuti le aziende e i lavoratori ad organizzare soggiorni di workation durante tutto l’anno. Coniugando la flessibilità lavorativa alla scoperta delle bellissime località sul territorio italiano.

L’idea di business diventa quella di portare dipendenti, singolarmente o in gruppo, in località d’interesse immerse nella natura. Specialmente nei periodi meno frequentati dal turismo tradizionale .
Smace ha un triplice scopo: il benessere psico-fisico delle persone, la maggiore produttività delle aziende e la loro capacità di attrarre talenti e la riduzione della stagionalità a cui sono soggette molte delle strutture ricettive nazionali.

In Smace la parola d’ordine è flessibilità – spiega Andrea Droghetti, Ceo della startup – la durata minima è 1 notte e il prezzo del soggiorno workation cala  proporzionalmente all’aumentare della permanenza dell’ospite (non c’è una durata massima). Questa regola generale può avere eccezioni nel caso di strutture private come le grandi tenute ma è sempre segnalata sulla pagina dedicata della struttura sulla piattaforma”.

La piattaforma è semplice ed intuitiva. Si accede e si valutano le opzioni disponibili e si sceglie la struttura preferita all’interno di un portfolio di proposte selezionate e verificate dal team di Smace. I requisiti richiesti alle strutture per entrare nella rete vanno dall’essere facilmente raggiungibili e vicine a punti d’interesse, posizionate in un ambiente rilassante e dotate di servizi quali connessione Internet veloce, sale meeting, possibilità di fare sport. A questi si aggiungono altri servizi offerti gestiti dalla struttura e legati al territorio oppure erogati da Smace o da altri provider e attinenti i temi della formazione e del team building.

“Abbiamo attualmente una ventina di location nel nostro network. Le richieste di adesione sono tantissime. Il processo di  selezione, anche in virtù dei requisiti sopracitati, richiede un certo tempo, ma pensiamo di arrivare all’estate con almeno  50 strutture convenzionate. La zona inizialmente più dinamica è stata senza dubbio l’Italia centrale, Toscana e Umbria sono state da subito  particolarmente interessate al progetto”.

Quali gli obiettivi futuri? “Durante l’estate porteremo alla luce una app SMACE per usufruire al meglio dei servizi – ammette il Ceo di Smace – Nel 2022 pensiamo di espandere la rete di strutture ricettive anche in altri paesi europei (il servizio è già pensato per  essere erogato ad utenti internazionali presso le strutture italiane). Stiamo valutando l’apertura di una linea di business dedicata alla pubblica amministrazione dove raccogliamo spazi di  coworking indipendenti e di valore per dare la possibilità ai dipendenti pubblici di lavorare al meglio e più vicino a casa. Stiamo inoltre valutando la possibilità di avviare un servizio su abbonamento con il pagamento di una quota  fissa mensile per assicurarsi di lavorare sempre nelle migliori location”.

Articolo di Corriere della Sera. Link all’articolo